I Misteri di Trapani
Venerdì Santo – Erice

Venerdì Santo – Erice

Erice – Processione dei Misteri

Contemporaneamente a Trapani, si svolge nell’affascinante borgo medievale di Erice, una più ridotta ma altamente suggestiva processione dei Misteri.

L’origine va ricercata nella seconda metà del ‘500, quando si soleva riprodurre la Passione di Cristo con rappresentazioni teatrali interpretate da personaggi viventi e accompagnate dai vattenti che si percuotevano duramente il corpo e dal clero in abiti penitenziali, con corone di spine in testa e corde al collo.

Le notizie più antiche in merito alla “casazza ericina” risalgono al 1742 ed in tale occasione parteciparono alla rappresentazione animata più di cinquanta personaggi oltre a cinque gruppi statuari.

Si interpretavano episodi tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento o gruppi viventi raffiguranti la passione di Cristo. Teatro della rappresentazione era il sagrato della Chiesa di Sant’Orsola, detta dell’Addolorata, da dove i personaggi muovevano verso le quattro chiese parrocchiali (S. Antonio Abate, S. Cataldo, S. Giuliano e la Collegiata di Santa Maria Assunta). Nel 1749 si tenne la più grandiosa rappresentazione con 109 personaggi, seguiti dalla statua di Maria Addolorata, dall’ Urna contenente il corpo di Cristo.

L’ultima processione con soggetti viventi si tenne il 18 aprile 1851 e vi presero parte quattro personaggi, seguiti dai quattro Gruppi scultorei, Gesù nell’ Urna condotto a spalla da quattro sacerdoti e l’Addolorata con la banda unitamente a due angeli che recitavano un madrigale ogni volta che il gruppo si fermava davanti a una chiesa.

Si registrano infatti, eccezionali processioni mattutine negli anni 1838 e 1848, rispettivamente: repressione borbonica e rivolta contro gli stessi,

La presenza dei vattenti venne definitivamente vietata nel 1856 su disposizione del vescovo di Trapani, Mons.Ciccolo Rinaldi che proibì tali tragiche rappresentazioni anche nel capoluogo e venne al contempo abolita l’entrata nelle chiese di qualsivoglia processione.
Col passare degli anni, i personaggi viventi furono totalmente sostituiti dai gruppi scultorei in legno, le cui fattezze e movenze furono largamente ispirati a quelli trapanesi. A seguito dell’inagibilità della chiesa di Sant’Orsola, la processione odierna prende avvio nel pomeriggio del Venerdì Santo dalla chiesa di San Giuliano attraversando le incantevoli acciottolate stradine del borgo medievale, sovente avvolto dalla nebbia, per concludersi intorno alle 20 sempre nella chiesa di San Giuliano.

Ad aprire il sacro corteo sono i confrati della Congregazione del Purgatorio che secondo alcune fonti istituirono la processione, accompagnati da una banda e da un crocifisso.

Anche i misteri ericini sono portati a spalla, addobbati e illuminati sobriamente ma a differenza di quelli trapanesi, in occasione delle soste, non poggiano su cavalletti ma su “forcine”, come avveniva anticamente a Trapani.

I quattro settecenteschi gruppi raffiguranti episodi della Passione sono seguiti dall’ Urna, dalla statua di Maria Addolorata e dalla Croce. Le sculture sono realizzate con la stessa tecnica polimaterica dei misteri trapanesi ma di dimensioni inferiori.

Una differenza processionale rispetto alla rappresentazione trapanese è legata al fatto che i misteri ericini, causa il particolare selciato acciottolato, non vengono” annacati” durante il percorso.

Una breve descrizione dei misteri ericini:

L’Orazione nell’orto”, opera attribuita alla bottega dei Nolfo. Rispetto all’analoga scena trapanese mancano i tre apostoli, sono raffigurati due angeli, uno che porge l’amaro calice della Passione e l’altro che sorregge Gesù.

La Flagellazione,” realizzata da Pietro Calamela nel 1762. Il gruppo anticamente curato dai calzolai è oggi affidato al pubblico impiego.

La Coronazione di spine” fu realizzata da Domenico Nolfo nel 1770, sei anni dopo il gruppo rappresentante la stessa scena realizzato da Antonio Nolfo per la processione trapanese del quale quello ericino ne segue la sintassi stilistica, compreso il gesto offensivo e irriverente della” mano a fico” da parte dello sgherro nei confronti di Gesù. Il gruppo fu curato dai fabbri, mentre è oggi seguito dai ceramisti.

L’ “Ascesa al Calvario” , l’opera è attribuita alla bottega dei Nolfo. Gesù sale verso il luogo del supplizio, aiutato dal Cireneo; un aguzzino che precede il condannato e un centurione che lo colpisce con la punta di una lancia per sollecitarlo nel suo cammino. Rispettogruppo trapanese non è presente la figura della Veronica e Cristo è in piedi. Il gruppo è curato dai muratori.

L’ “Urna“, il simulacro di Gesù nel sepolcro, è opera di un ignoto scultore, ricorda nella forma a tronco di cono piramidale la similare opera della processione trapanese, seppur di epoca successiva. Anticamente affidato al clero, oggi sono i giovani ericini ad averne cura.

Databile al 1753 è la statua di “Maria SS. Addolorata”, opera di un ignoto scultore del XVI secolo. e si presume abbia fatto parte delle prime processioni del venerdì santo ericino. Anticamente affidato al popolo, oggi ne cura l’uscita il Comune di Erice.

Le foto dei Misteri di Erice sono state scattate in occasione della processione 2023 da Francesco Paolo Iovino che si ringrazia per la collaborazione.


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