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I Misteri di Trapani
Deposizione

Deposizione

La Deposizione – Opera attribuita ad Antonio Nolfo – Ricostruita da Alberto Fodale e Leopoldo Messina – Ceto dei Sarti e Tappezzieri

Il corpo inerte di Gesù giace ai piedi della croce mentre Maria e Maddalena piangono addolorate; Giovanni il discepolo prediletto, contempla con tristezza il Redentore.

Il “misterium dive Maria pietatis cum Christo in bracza sancto Ioanne evangelista et Magdala” venne affidato, con atto del notaio Ximenes del 3 aprile 1619 dalla Società del Preziosissimo Sangue all’arte di coloro che effettuavano lavori di cucitura di stoffe che venne successivamente identificata con quella dei sarti, a Trapani denominati custureri.

Nel 1966, i tappezzieri si unirono nella cura del mistere. Per molto tempo si attribuì a Giuseppe Milanti il merito dell’opera, ma studi successivi propendono per attribuirne la paternità artistica ad Antonio Nolfo.

Gesù è rappresentato deposto dalla croce, dove sono appoggiate due scale a pioli, secondo la classica iconografia. Giovanni lo contempla con infinita tristezza; è raffigurato con lineamenti giovanili, in lacrime e chinato verso il corpo di Gesù per sorreggerlo.

Maddalena è devastata dal dolore per la perdita del Maestro. È in ginocchio, intenta a sorreggere la mano sinistra di Gesù, al quale non volge lo sguardo. Non ha il capo reclinato come nella precedente versione danneggiata dalla guerra, ma sembra guardare nel vuoto, afflitta dal dolore.

Maria è raffigurata nell’espressione della Mater Dolorosa: sguardo al cielo, braccio destro disteso e mano sinistra sul cuore per sottolineare l’immane sofferenza. Foto d’epoca della processione, sia degli anni ’30 che dei primi anni ’50 del secolo scorso, mostrano che in occasione della processione su Maria veniva collocato un mantello nero, come nel simulacro dell’Addolorata.

La traversa della crux compacta, conosciuta come patibulum, non era integrata con la parte verticale. Dopo essere stata trasportata dal condannato al luogo della crocifissione, veniva fissata al palo verticale, generalmente con chiodi. Durante la deposizione del corpo per la sepoltura, si stendeva un lungo lenzuolo dal patibulum fino alla base della croce e, una volta rimossi i chiodi dagli arti del crocifisso, il corpo veniva lentamente calato a terra. Nel gruppo, per commemorare quel velo sindonico sul patibulum della croce, è posizionato un piccolo lenzuolo, detto stola, che nei primi anni del secolo scorso, come mostrano le fotografie d’epoca, non era presente.

L’episodio rappresentato non è tratto da alcun testo sacro; si tratta di una scena cosiddetta “intermedia” poiché i racconti evangelici narrano che fu Giuseppe di Arimatea, aiutato da Nicodemo, ad occuparsi del distacco dalla croce e della deposizione di Cristo e della successiva sepoltura.

Il gruppo è stato sottoposto a restauro conservativo nel 2004 da Giuseppe Calvagna.


Foto e testi di Beppino Tartaro

Ulteriori approfondimenti nel libro: ” I Misteri. La Processione di Trapanidi Beppino Tartaro
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