I Misteri di Trapani
Nacci

Nacci

Le foto a colori dei Misteri qui pubblicate vennero scattate da Eugenio Nacci in occasione della processione dei Misteri 1966. In piazza Martina venne collocato un grande pannello azzurro davanti al quale i gruppi sostarono in modo da essere riprodotti con una fondo uniforme che ne evidenziasse i contorni e i colori. Nacci utilizzò, così come aveva escogitato qualche anno prima il compianto Saro Bonventre e come egli stesso descrisse in una lettera inviata al settimanale “Trapani Sera” dopo la processione del 1966, una scala “ad un’altezza di circa tre metri e mezzo, sforzandomi di scegliere il migliore punto di vista“. Le foto a colori furono utilizzate successivamente dall’ Ente Provinciale per il Turismo di Trapani. Dell’ intera serie dei Misteri non vennero inserite nell’opuscolo le foto dei gruppi “Caduta al Cedron”, “Ferita al Costato” e “Flagellazione”; le foto di quest’ultimi due gruppo vennero pubblicate, la prima sul “Trapani Sera” a corredo della lettera di Nacci e la seconda in una serie di cartoline sulla provincia di Trapani, Il pannello azzurro alle spalle dei gruppi in Piazza Marina e che fece da sfondo uniforme alle immagini fu richiesto espressamente da Nacci e fu utilizzato anche nella processione del 1968.

Oltre alle immagini a colori, scattò parecchie foto ai gruppi ed ai volti della processione privilegiando il bianconero che cromaticamente esaltava quelle espressioni . In questa pagina sono pubblicate alcune foto ed esattamente quelle pubblicate nella rivista edita dalla Provincia di Trapani. Altre foto di Nacci, dallo stile e dall’ inquadratura, potrebbero far parte della galleria fotografica dell’ Ente Provinciale per il Turismo di Trapani; di queste immagini, purtroppo, se ne sconosce con precisione l’autore.

Nacci nacque a Trapani il 30 giugno 1930. Laureatosi a Palermo nella Facoltà di Giurisprudenza ricoprì incarichi importanti quali Dirigente del Consorzio Antitubercolare e Dirigente Amministrativo dell’Azienda Sanitaria Locale di Trapani.
Giovanissimo si appassionò della fotografia facendone il suo hobby preferito.
La sua prima Mostra personale fu inaugurata alla Galleria d’Arte della Provincia il 3 dicembre 1960 e promossa dall’E.N.A.L. (Dopolavoro Provinciale di Trapani), di cui Egli era collaboratore tecnico.
Nel maggio 1965 tenne una conferenza nella sala dei Convegni della Camera di Commercio di Trapani sul tema “il linguaggio fotografico”. Un conquista della tecnica al servizio dell’arte, della scienza, della storia e dell’industria”. Dopo pochi giorni inaugurò alla Galleria d’Arte della Provincia una Mostra storico-illustrativa della fotografia dalle origini ai giorni nostri, che rimase una delle più notevoli iniziative culturali della Trapani di quel periodo per aver dimostrato il parallelismo tra storia e fotografia: l’una presenta la realtà viva, l’altra il sentimento che ha ispirato l’immagine. La fotografia come la storiografia racconta le cose reali dal punto di vista soggettivo ed insieme rimangono un documento importante per la stessa storia, che le ha ispirate.
Il suo costante impegno e l’ormai raggiunta maturità artistica, grazie all’incoraggiamento dell’E.P.T. (Ente Provinciale del Turismo) e dell’E.N.A.L. di Trapani, lo portarono nel marzo 1967 a commentare attraverso dei fotogrammi una manifestazione popolare il cui senso gli uomini ed il tempo avevano travisato e commercializzato: la processione del Venerdì Santo “I Misteri”. La folla, protagonista di questa “personale”, con intuito psicologico e sensibilità critica era colta nei momenti di immediatezza, in scene tragico-comiche, che lasciavano intendere una fede in continua decadenza. Frugando nell’anima popolare l’Autore si soffermò molto sulle scene di dolore, un destino a cui l’uomo sembra che da secoli non possa sfuggire, sul volto affranto delle donne in processione, che, similmente a quello della bellissima “Addolorata” di Giuseppe Miceli, scultore in legno trapanese del XVII secolo, esprimevano la stessa trafiggente angoscia. Apparvero irriguardosi allora gli accostamenti delle sue immagini ai testi sacri. Ma la verità che trapelò fu che il Nacci volle raccontare realisticamente la vita della gente semplice e comune, che in fondo è la stessa che seguì Gesù Cristo al Golgota, destinata alla fatica, al duro lavoro e alle sofferenze, ma che non si sottraeva agli atti di fede cristiana.
Le sue immagini si fermavano sui volti degli uomini per scrutarne l’animo e ne coglievano le emozioni per trasmetterle al pubblico. Egli ce li raccontò con grande passione. Nel giugno 1968 in oltre duecentosessanta fotografie raccontò il terremoto che nel gennaio dello stesso anno aveva sconvolto gran parte della Sicilia occidentale. Noncurante dei pericoli dei primi giorni del terremoto in condizioni difficili e penose fissò in mezzo ad un enorme cumulo di macerie gli aspetti più tragici e sconvolgenti della immane sciagura: volti scavati dalla paura, membra lacerate, paesi distrutti,ecc.. La mostra fu organizzata dall’E.N.A.L. nei locali dell’auditorium Sant’Agostino ed ebbe titolo “Gibellina, Montevago, Salaparuta”.
Dato il valore storico ed artistico della rassegna, essa fu ripetuta. Nel gennaio del 1970 le stesse immagini furono esposte presso il Comune di Gibellina, commentate musicalmente da Nino Bertino e da Leonardo Sciascia con un articolo di ringraziamento verso tutti coloro, fra i quali il Nacci, che con quei documenti fotografici contribuivano a non far dimenticare quella tragedia e quelle sofferenze. Muore a Trapani il 16 novembre 2009.

La biografia è in gran parte tratta dal sito www.trapaninostra.it che si ringrazia per la collaborazione.