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I Misteri di Trapani
Argenti e abitini

Argenti e abitini

Gli argenti e gli abitini

I Sacri Gruppi dei Misteri in occasione della processione vengono arricchiti con preziosi ornamenti argentei che ne esaltano la bellezza e valorizzano l’antichità, oltre che a costituire un prezioso museo itinerante sull’argenteria trapanese. Si tratta, prevalentemente, di opere realizzate in argento anche se non mancano decorazioni in oro e in corallo. Gli argenti furono commissionati sin dai primordi della processione, quando venne affidata alle maestranze la cura dei gruppi per la rappresentazione del Venerdì Santo.

L’arte degli orafi, già presente nella processione del Cereo dal 1304, si trovava in una posizione di legame e al contempo di subalternità rispetto alla ricca ars corallariorum che vantava a Trapani, nei primi anni del ‘600, oltre venticinque botteghe le cui produzioni erano destinate ai potenti del mondo. Da questa subalternità gli argentieri trapanesi si staccarono l’11 aprile 1612 quando venne redatto d lo statuto che formalizzò l’indipendenza dai corallai. I Capitoli vennero inviati a Palermo l’anno successivo e con l’approvazione del vicerè il 2 giugno 1614 ha inizio la marchiatura degli argenti realizzati a Trapani. Qualche anno dopo, nel 1621, l’ars aurificorum ottenne l’affidamento del gruppo della Separazione, allora detto della Licentia.

Nel corso del XVII secolo aumentò il prestigio degli argentieri trapanesi, le cui lavorazioni arricchirono e impreziosirono le chiese di Trapani, Marsala e Mazara.

I manufatti argentei più antichi dei gruppi dei Misteri sono la croce ed il calice sorretti dall’angelo nel gruppo “Gesù nell’ orto del Getsemani”; i bolli impressi con il solo marchio della città di Trapani li fanno infatti datare nel periodo compreso tra il 1612 e il 1631.

Anticamente gli argenti erano custoditi nei conventi dai quali potevano esser prelevati solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione della Confraternita. I preziosi del ceto dei falegnami erano custoditi nel monastero di Santa Elisabetta, mentre quelli del gruppo ”Ascesa al Calvario” nel monastero della Badia Grande.

Oggi gli argenti ed i preziosi nei restanti giorni dell’anno vengono custoditi in luoghi sicuri e soltanto qualche giorno prima lucidati, seguendo un rituale seguito con affetto dai componenti del ceto.

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Di notevole valore storico e artistico sono gli abitini. Si tratta di una riproduzione in argento del gruppo che i componenti la maestranza indossano legandole al collo con una cordicella. Malgrado l’antica processione delle maestranze in abito nero sia stata sostituita da figuranti in costume, pochi ceti conservano ancora questa antica e suggestiva tradizione indossando gli antichi manufatti: ortolani, popolo e salinai. Alcuni ceti hanno commissionato negli ultimi anni nuovi abitini ma gli stessi sono di gran lunga inferiori dal punto di vista artistico e rappresentativo.  In occasione della processione, oltre agli ornamenti veri e propri, su alcuni gruppi notiamo delle medaglie vinte dai vari ceti a seguito dei concorsi indetti dall’ Ente Turismo che premiavano i gruppi che meglio avevano figurato (banda musicale, processionanti, addobbo, comportamento dei massari, ecc..) durante la processione anche se talune esposizioni stonano, per la loro eccessiva visibilità, con l’arte espressa dai gruppi scultorei.


Foto di Beppino Tartaro

Ulteriori approfondimenti nel libro: ” I Misteri. La Processione di Trapani ” di Beppino Tartaro

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