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I Misteri di Trapani
Flagellazione

Flagellazione

La Flagellazione – Opera di autore ignoto del secolo XV – Ceto Muratori e Scalpellini

Per ordine di Pilato, con la speranza di placare l’ira degli accusatori, Gesù viene legato ad una colonna e flagellato da due aguzzini.

Con  atto rogato presso il notaio Melchiorre Castiglione il 2 maggio 1620, il gruppo venne affidato ai murifabbri ai quali si associarono l’anno successivo i marmorari.

Nella cura del gruppo ai muratori si affiancarono gli scalpellini ma i rapporti tra le due categorie furono tormentati da parecchie controversie, tra le quali quella dei diritti reclamati sulla chiesa dei Quattro Santi Coronati. L’edificio, anticamente fuori dalle mura cittadine, venne successivamente costruito nell’attuale via Nunzio Nasi. La chiesa, distrutta dai bombardamenti del 1943, venne ricostruita dai muratori nel 1947 ed è oggi il punto d’incontro della categoria e sede delle riunioni dei consoli e collaboratori del gruppo.

Ai muratori e scalpellini si affiancarono per brevi periodi anche i cementisti che, associatisi nei primi anni del ‘900 con l’offerta del pennacchio argenteo del soldato, si assentarono negli anni ’20 -‘30 dello scorso secolo, per una breve ricomparsa tra gli anni ’50 e ’60.

U mistere muratura colpisce per la crudele scena rappresentata. A proposito della colonna è da sottolineare come nessuno dei quattro evangelisti la citi espressamente. Nell’arte, nel corso dei secoli, la colonna è stata riprodotta in varie dimensioni e forme. Nella processione trapanese, per ragioni rappresentative, si è preferito scegliere una sorta di cippo che rende comunque perfettamente idea di ciò che Gesù dovette subire. Il gruppo potrebbe far parte dei primi cinque dell’originaria processione e ciò, prescindendo dalla rifatta figura di Cristo, lo si potrebbe dedurre dalle fattezze dei due flagellanti, espressione di un’arte semplice, popolare e distante dalle valenze artistiche dei grandi artisti trapanesi autori dei restanti gruppi. Negli anni ’30 dello scorso secolo vi furono correnti di pensiero che ne attribuirono la paternità artistica a Giuseppe Milanti . È certo che intorno al 1890, in seguito ad una rovinosa caduta dei portatori, si commissionò a Pietro Croce il restauro del gruppo. L’artista curò particolarmente il volto del Cristo, la cui sofferenza nel momento in cui viene flagellato da un soldato e da un giudeo è efficacemente espressa. L’artista raffigura Gesù, con le gambe piegate e orientato verso destra nell’atto di contorcersi per l’immane dolore. L’evidente muscolatura del collo, la raffigurazione anatomica del torace e le mani legate verso l’addome rendono viva e crudele la scena riprodotta. Alla destra di Gesù il soldato lo colpisce con un fascio di rovi, afferrandolo per i capelli mentre dall’altro lato, lo sgherro che con la rotazione del corpo porta in alto le braccia prima di colpire con le tre cordicelle, tipiche della flagellazione giudaica, con lo sguardo che non si concentra sul condannato, come per evitare di coglierne il dolore.

Oltre al citato intervento sulla scultura di Croce nel 1890, il gruppo è stato sottoposto ad interventi di restauro nel 1966 da Giuseppe e Benvenuto Cafiero e nel 1987 da Angelo Cristaudo.La maestranza dei muratori ha sempre curato con particolare attenzione il gruppo, non facendo mai mancare processione e banda musicale.


Foto e testi di Beppino Tartaro

Ulteriori approfondimenti nel libro: ” I Misteri. La Processione di Trapani ” di Beppino Tartaro

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