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Gruppo
10 - LA CORONAZIONE DI SPINE
Opera
di Antonio Nolfo
Ceto dei Fornai
(
in passato affidato anche ai
Mugnai )
Gesù
è condotto dentro al pretorio ed i soldati romani, dopo
averlo spogliato gli gettano addosso un mantello e gli pongono
sul capo, in segno di scherno, una corona di spine. Infine,
messagli una canna nella mano, lo salutano come " re dei
Giudei ".
Questo
gruppo, detto anche " L' Ingiuria " a causa dei
gesti offensivi rivolti da un giudeo a Gesù, venne affidato
l' 8 marzo 1632 con atto del notaio Mario Cagegi, trans.notaio
Maria Bartolomeo Apì -
corda
15282 -AST Trapani ) ai mugnai ( ars pistorum ).
Successivamente
si unirono i fornai nella cura del gruppo che dal 1967 ne curano da soli
l'uscita.
Non è certa la data di assegnazione del gruppo ai fornai . si
sa che in
un’àpoca
del 1764 ,
i
consoli del ceto incaricarono Antonio Nolfo al fine di
realizzare un gruppo sul tema dell’ingiuria
secondo le loro
variazioni,
che
consistevano soprattutto nel sostituire un personaggio del
precedente gruppo, probabilmente andato distrutto per una
caduta.
E il modello realizzato da Antonio Nolfo
piacque ai consoli che " applaudirono in segno di
approvazione ".
Il
gruppo, gravemente danneggiato dagli eventi bellici e
ricostruito da Giuseppe Cafiero nel 1946, raffigura un
episodio citato nei Vangeli.
Il
Canonico P.Fortunato Mondello nel suo libro - La
Processione del Venerdì Santo in Trapani a cura di Giovanni Cammareri - così lo descrive : " Giovami
pertanto ricordare il merito artistico di questo Gruppo, più
piccolo degli altri nelle figure, ma non meno eloquente
nell'espressione. Il Nazareno, seduto sugli scranni del
dileggio delle torture, conserva nel volto una serenità che
supera ogni umano intendimento .
Il corpo ignudo, con lo
straccio di porpora, se mostra da un uomo le tracce delle sofferenze, rivela dall'altro le sue bellezze
anatomiche.
Il soldato romano che gli conficca in capo la
corona di spine, appalesa, né suoi sforzi, la robustezza
delle sue braccia e lo stento della sua crudele missione.
....Ma
l'artista non ha voluto soltanto riferire la sua scultura alla
storia della Passione, senza rendersi interprete del suo
significato. Egli, nella formazione del gruppo, comprese il il
senso anagogico di questa Coronazione, e a differenza del
Misterio della Flagellazione, ne commette l'esecuzione non
già all'ebreo, ma bensì al romano...."
CURIOSITA'
Qual'è
il gruppo della processione dei Misteri che pesa di più ? Non
è mai stata stilata una classifica in proposito e non si è
mai provveduto a pesare i gruppi che, in occasione della
processione del Venerdì Santo, sono appesantiti dal peso
degli accumulatori per l'illuminazione, dai fiori, dai
rivestimenti argentei, dalle aste, dalle "mante"
e dai grossi ceri, detti " torce".
La prima impressione è quella secondo la quale il gruppo più
pesante possa identificarsi nell' Ascesa al Calvario ( da
considerare il notevole peso dato dalle numerose torce ),
anche per i tanti portatori, volontari e massari, che si
susseguono nel condurlo sulle spalle. E' tuttavia da
sottolineare che altri gruppi sono tra quelli che si possono considerare tra i
più pesanti : "Gesù dinanzi ad Erode", " La
Sollevazione della Croce" e "La
Ferita al Costato".
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Ancora
una
riflessione del Canonico P.Fortunato Mondello nel
suo libro " La
Processione del Venerdì Santo in Trapani " - edizione curata da Giovani
Cammareri - , questa volta
con riferimento a tutta la processione.
"
Mi fermo sin qui, e tenendo dietro alla processione del
Venerdì Santo, mi divago al brulichio della fitta popolazione
alle grida assordanti de' venditori e alle continue fermate
de' facchini, i quali si affaticano ad accendere le torce, a
cambiar la cera, ed alla voce delle guardie municipali, che
gridano : Avanti !.
Passasi in questo modo, la santa notte, aspettando gli
ostinati sonnicchiosi che il chiarore dell'alba venga a movere
i tardi facchini, in livrea, saturi di pane e vino, a
rientrare finalmente, a sole spiegato, nella chiesa di San
Michele."
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API'
BARTOLOMEO MARIA
Nato nel 1752
da Vito e da Rosalia Alù , fratello del canonico Antonio e
nel 1820 segretario della Camera Notarile. Tenne lo studio nel
piano di Sant’Agostino. Il notaio sposò Margherita
Giacalone, sorella ed erede del
canonico Mario Giacalone, che su disposizione testamentaria
del fratello, pagò 24 onze di legato alla chiesa di San
Pietro per costituirvi la prima biblioteca e per gli acquisti
di libri di catechismo.
Il notaio morì 79 enne, il 17 aprile 1831.
(
1 )
Margherita, figlia di Antonio Giacalone e di Lucia
Malato, contrasse i capitoli matrimoniali con Bartolomeo nello
studio di Angelo Maria Malato, il 24 febbraio 1791.
( 2 ) Tommaso Mauro, atto
del 09/09/1836
APPROFONDIMENTI
LA CORONA DI SPINE
era una specie di calotta
formata da ramoscelli spinosi intrecciati, molto pungenti che
veniva fissata attorno al capo mediante un laccio.
La
coronazione di Gesù, essendo
un “vulnus” alla procedura penale di Roma, la cui
iniziativa non poteva partire dal giudice, fu un arbitrio dei
soldati, e circoscritto al momento degli scherni. Si presume
quindi che la coronazione, esulando dagli usi romani, fu
inferta probabilmente dal livore giudaico. Le impronte
rilevate sulla Sacra Sindone documentano in modo insospettato
tale ennesima punizione: tutta la calotta cranica, infatti, è
tempestata di rivoli di sangue, che risulta uscito "intra
vitam", ossia con la caratteristica del sangue coagulato
non passibile di alcuna falsificazione di pennello.
Il Vangelo
attesta, inoltre, che dopo la flagellazione e la coronazione
di spine, Gesù indossò di nuovo le vesti. Precisazione
interessante perché contraria all’uso giudaico di portare i
cruciari nudi al luogo del supplizio per poterli flagellare in
viam.
L’uso delle vesti, dunque, era romano ed è ben
documentato dalla Sindone.
Le lacerazioni dei flagelli sulle
spalle del Condannato hanno conservato sul Sacro Velo la loro
forma, cosa che non sarebbe stata possibile senza una veste
che ne avesse protetto le spalle già ferite.
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IL PROCESSO DEL SINEDRIO
Dopo
l’arresto Gesù è condotto in piena notte nella parte
occidentale di Gerusalemme, sul monte Sion nella a casa del
sommo sacerdote.
Discordanti sono ancora le notizie se quell’abitazione fosse
quella di Caifa o di Hannan. Probabilmente essi si alternarono
nella carica di sommo sacerdote. Oppure, avendo rivestito per
molto tempo questo mandato, Hannan continui ad essere chiamato
Sommo Sacerdote, esercitando una rilevante influenza sul
genero Caifa e sulle istituzioni giudaiche.
Inizia il
processo. Gesù è accusato da falsi testimoni, le cui diverse
testimonianze tuttavia non concordano. Poi, emerge un’accusa
più specifica , quella di voler distruggere il tempio.
Il sommo sacerdote lo interroga dicendogli:
"Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?".
Gesù , senza esitazione,afferma solennemente di essere il Figlio di
Dio.
Dalla reazione del sommo sacerdote si coglie quanto dirompente
sia stata l’affermazione del Nazareno e il sommo sacerdote
stracciandosi le vesti ( gesto simboleggiante la
presenza di una bestemmia ) esclamò:
"Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete
udito la bestemmia ? " . Tutti
sentenziarono che doveva essere condannato a morte.
Dopo queste affermazioni, Gesù viene lasciato in balia degli
sgherri che lo schiaffeggiano, deridono e gli sputano
addosso.
Ma ormai il destino di Gesù è segnato. Non spetta infatti al
Sinedrio pronunciarsi sulla morte del condannato che invece
verrà eseguita dall’autorità romana.
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